
Da ieri i Radiohead regalano un brano inedito sul loro sito ufficiale. La canzone, l’oscura These Are My Twisted Words, segue di pochi giorni Harry Patch (In Memory Of), inedito dedicato ad un veterano della Prima Guerra Mondiale, disponibile online al prezzo di un euro.
Queste iniziative non sono inedite per il gruppo di Oxford. Due anni fa avevano sconvolto il mondo discografico mettendo in rete il loro disco “In Rainbows” in modalità "up to you", cioè lasciando decidere all’acquirente quanto pagare. Nonostante una cospicua parte dei fan non avesse versato nemmeno un centesimo, l’operazione si rivelò mediaticamente fragorosa ed economicamente vantaggiosa per la band: circa 3 milioni di copie vendute, ripartite quasi equamente tra download e acquisti della versione fisica del disco, realizzata pochi mesi dopo quella virtuale.
E ora? Dalle parole di Thom Yorke al mensile The Believer sembra che i Radiohead vogliano continuare a rivolgersi direttamente al loro pubblico, ormai ampiamente fidelizzato.
Dietro questo progetto non c’è solo l’interesse economico ma anche il tentativo di scompaginare ulteriormente il settore discografico, con il supporto della tecnologia che ormai ha privato di ogni utilità i supporti tradizionali, come i CD.
La diffusione dei file MP3 e dei lettori digitali da dieci anni a questa parte avrebbe permesso ad ogni musicista di liberarsi dei vincoli contrattuali con le case discografiche e offrire musica al proprio pubblico senza interposizioni. Ma pochissimi artisti l’hanno fatto, per giunta criticati dalla maggioranza dei colleghi e osteggiati dalle stesse major.
Perché? Probabilmente molti avevano già deposto le armi prima di iniziare la battaglia, credendo il nemico Peer-to-peer troppo radicato tra i giovani consumatori di musica e affidando le uniche speranze di guadagno ai concerti, le cui entrate sono triplicate negli ultimi 5 anni.
E’ paradossale che siano proprio i Radiohead a portare il vessillo dell’innovazione digitale. Non piú di cinque anni fa impedirono ad Apple di vendere separatamente i brani dell’album Kid A sull’allora neonato I-Tunes. “Estrarre un brano dall’intero lavoro significa privare di senso il brano stesso”. Ora Yorke rifugge addirittura dall'idea di concepire un disco: “Nessuno di noi vuole finire di nuovo in quel caos creativo”. Twisted words, appunto.
I Radiohead hanno cambiato rotta così radicalmente perché hanno capito che la rivoluzione non implica solo un cambiamento nella distribuzione, ma anche nella concezione stessa della musica: i fruitori non sono più abituati ad ascoltare un intero album, figurarsi a comprarlo.
Nessuno puó intuire le sue prossime mosse dell’imperscrutabile mente di Yorke & soci, né stabilire se il loro sia il modello vincente nel mercato musicale del futuro. Di certo, tra qualche anno, il progetto dei Radiohead sarà considerato, al pari della loro opera, una pietra miliare della musica di inizio millennio.
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