giovedì 20 agosto 2009

Vanità al potere

Ennesima “esclusiva”di Chi , diretto da Alfonso Signorini, al presidente Berlusconi che posa con i tre figli avuti da Veronica Lario.
Le interviste riparatrici al premier sono la consuetudine del più popolare giornale di gossip del gruppo Mondadori, proprietà della famiglia Berlusconi. Si stenta ormai a chiamare “esclusiva” un altro servizio “fai-da-te” che corre in soccorso del presidente farfallone arenatosi tra i sospetti sulla sua vita privata.
Intendiamoci, la propaganda di governo va forte anche all’estero: solo pochi giorni fa Putin in versione “Attila” sfoggiava muscoli imbolsiti alle prese con il lavoro della campagna in un servizio fotografico palesemente pilotato.
Tuttavia il caso italiano ha qualche peculiarità: il giornale popolare non è subordinato alla volontà del potente, ne è anzi la spalla strategica e complice. Signorini non è solo il colto cortigiano incaricato di veicolare l’immagine del leader al popolo, è il regista di una nuova poetica della propaganda, lo spin doctor della famiglia Berlusconi, unico giornalista a sedere tavolo degli sposi al matrimonio del suo editore, Marina B.
In un Paese che stenta a riconoscersi nelle istituzioni, Chi si é dimostrato negli anni il giornale più istituzionale, l’equivalente di Porta a Porta nella carta stampata. Con una lunga serie di servizi ed edizioni speciali, Signorini ha tracciato il ritratto agiografico del mito berlsconiano, dagli esordi canori al compassato ruolo di capofamiglia, attorniato dai discendenti e illuminato da una splendente cornice patinata.
Signorini è più di un potente direttore, è arbitro inappellabile dello stile di tendenza. Dal suo osservatorio del gossip determina chi sale e chi scende nel borsino delle celebrità, stila le gerarchie dello spettacolo come Stalin assegnava le poltrone sugli spalti della Piazza Rossa il 9 Novembre.
Rilancia l’immagine degli imprenditori reduci da pallide performance manageriali con foto scattate accanto a splendide donne in kermesse esclusive.
Convince addirittura i politci di sinistra, storicamente lontani dal richiamo dei lustrini, dell’appeal elettorale delle foto posate in famiglia.
Ogni epoca ha avuto artisti impegnati nella sublimazione dell’immagine del condottiero: dietro i poemi di Virgilio si nascondeva il progetto politico di Augusto e l’arte di Jacques Louis David era funzionale alle ambizioni di Napoleone.
Nel XXI secolo, la crescita del benessere si accompagna all’esaltazione del superfluo, ormai non più percepito come frutto del degrado morale bensì come cardine della società industriale. Alfonso Signorini, fabbricatore smaliziato dell’estetica dell’apparenza, ha contribuito a sdoganare il superfluo, anzi a trasformarlo in arte.

Nessun commento:

Posta un commento