lunedì 20 luglio 2009

Il giardino delle impressioni

A queste latitudini ogni bambino inizia a familiarizzare molto presto con l’idea di giardino: i suoi antenati hanno scelto un nome degno dei racconti di Lewis Carroll, Kindergarten, il “giardino dei fanciulli”, per designare la scuola dell’infanzia.
Di domenica i tram del centro viaggiano al minimo carico e le serrande dei negozi sono tutte abbassate in pieno stile sciopero generale. L’Augarten, una mezza dozzina di verde in città con alberi potati in modo così accurato da sembrare frontespizi di palazzi, accoglie tutta la cittadinanza in cerca di relax e si trasforma per l’occasione nella fiera del libro e nel festival della bossanova.
Frotte di persone stanno sdraiate sull’erba come se davanti a loro ci fosse, al posto del ciottolato dove corrono i podisti, la battigia di Rimini, con tanto di sdraio e pappagalli a tampinare le ragazze scese dal freddo Nord.
Solo che in questo caso non ci sono i virgulti mediterranei in posa bensì biondoni un po’ macilenti che si dilettano con le bocce e il badminton, sport degni della casa del popolo di Modigliana.
Ma alle donne va bene anche così. Si accontentano di sbirciare di tanto in tanto qualche pettorale metalmeccanico tra le pagine dell’immancabile libro di Nick Hornby.
In queste giornate si realizzano miracoli altrimenti impossibili come rimanere illesi alle sassate scagliate da quei quattro scalmanati che giocano sempre a ridosso degli instancabili patiti dell’abbronzatura.
Trascorri il tempo a chiederti come mai appena il sole scompare tra le nuvole si alza una brezza tagliente che spariglia gli steli ma lascia impassibili i tuoi vicini. Per non destare sospetti sulla tua origine resti a petto nudo per stimolare l’ultima dose di melatonina della giornata.
Alle sette della sera non c’è più storia. Il sole comincia ad eclissarsi dietro il torrione a guardia del popolo del “fuoriporta” . Gli uccelli che vi si erano dati appuntamento come ad un aperitivo (qui il termine happy hour è una licenza per nostalgici in infradito …) iniziano a regalare evoluzioni simili a quelle di pattuglie acrobatiche.
Tutti smobilitano i loro mini-accampamenti e si muovono con ordine verso la città. A terra non un c’è traccia della loro permanenza, se non qualche gentile cadeau offerto ai pennuti come ricompensa dello spettacolo.

Nessun commento:

Posta un commento